COME LIMITARE I DANNI DA DISOCCUPAZIONE

Finisco ora di digerire l’ultimo rapporto del Journal of Applied Psychology dove apprendo che lo stato di disoccupazione prolungato può alterare la personalità dell’individuo ed influire negativamente sulle caratteristiche attitudinali che invece sono necessarie per lo svolgimento di una mansione lavorativa.

Caspita, oltre il danno la beffa, o meglio; un serpente che si morde la coda.

Qualche tempo fa scrissi un articolo dal titolo “Ti hanno licenziato? Chissenefrega, tu non sei il tuo lavoro!” con il modesto intento di offrire un piccolo strumento a sollievo di chi si stava arrovellando in quella sensazione negativa che la disoccupazione impone a molti.

Mi rendo conto oggi che probabilmente ci sono consigli di tipo pratico che ancora meglio si potrebbero suggerire per alleviare almeno marginalmente questo stato di disagio.

Ci provo.

 

1) Ri-Costruisciti un senso di organizzazione.

Quello che viene meno da subito quando si perde il lavoro è la ripetitività di azioni reiterare negli anni che danno un senso di vita “strutturata” ed organizzata. Il non far più parte di una “organizzazione” appunto.

Costruisci da subito la tua nuova routine organizzando la settimana attorno a nuovi impegni che potranno essere costituiti da un hobby, uno sport, un club ludico, volontariato ecc.

Non tralasciare di dedicare alcune ore quotidiane alle attività inerenti la ricerca di un nuovo lavoro, la lettura degli annunci, le telefonate di richiamo, ecc.

Anche consumare i pasti alla stessa ora può essere parte di questa nuova organizzazione della giornata.

 

2) Frequenta persone impegnate.

Vietato ciondolare per casa in ciabatte o trascinarsi al bar e frequentare il “Club dei derelitti lamentosi”.

Sembra strano ma per una comprovata teoria siamo tendenzialmente portati a frequentare persone simili a noi sia negli interessi che nelle problematiche.

Se sei circondato da persone che hanno il tuo stesso problema cambia compagnia.

Cerca di apprendere le abitudini e le “modalità” di persone impegnate e soddisfatte della propria professione.

Studiane i comportamenti, fatti consigliare sul da farsi.

Insomma chiedi aiuto solo a chi ti può aiutare realmente.

 

3) Alleggerisci il cuore.

Fisicamente intendo.

L’attività fisica aiuta ad abbassare la pressione arteriosa e libera la mente.

Due cose che ti saranno di grande aiuto per mitigare l’effetto dannoso dell’ansia e dello stress da disoccupazione.

Inoltre se frequenti una palestra o un centro sportivo in orari studiati puoi unire l’utile del punto 2.

 

 

4) Abbassa le aspettative.

Accetta qualunque lavoro. Il senso di questa frase è “prima si interrompe la spirale negativa della disoccupazione meglio é”.

Impegnarsi in un lavoro che non è quello per il quale nutrivamo le migliori aspettative non significa non poterlo ottenere mai più, ma tornare velocemente in pista con le spalle coperte ed alleggerite da un nuovo reddito.

Vedrai che risolto il problema dell’urgenza, anche la ricerca del lavoro ideale si avvierà sulla strada giusta e tutto sembrerà acquisire una nuova luce.

 

5) Fai volontariato.

Non significa lavorare gratis, ma ricevere in cambio del proprio operato gratificazioni e stimoli simili a quelli che si ricevono con il lavoro retribuito risolvendo così l’aspetto negativo psicologico.

Il vantaggio ovvio e conseguente é il coinvolgimento attivo in un network sociale che produce interessanti contatti e conoscenze che potrebbero sfociare in nuove opportunità di lavoro.

Sono certo che lo stato di crisi indotto dalla disoccupazione è uno stato transitorio ed auguro a tutti coloro che stanno leggendo questo articolo nella speranza di individuare qualche indicazione utile da applicare di uscirne presto, anzi prestissimo.

Credo che riuscendo ad imporsi una rigida autodisciplina, organizzazione ed apertura a qualunque opportunità il mercato abbia da offrire si possa andare nella giusta direzione.

Rimanete occupati mentalmente, in salute e in buona compagnia, il resto verrà da sé.

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