Non smetto di stupirmi di quante risorse vengono sprecate quotidianamente per ricercare personale basandosi su rigidi modelli e applicazioni automatizzate senza cuore.
Il mio consiglio agli imprenditori che mi onorano della loro fiducia è:
Trascorrete meno tempo nei Consigli di Amministrazione e di più negli uffici e in produzione al fianco dei vostri dipendenti.
Parlate con loro, domandategli cosa non funziona e cosa si potrebbe migliorare, ma sopratutto in che modo, vi stupirete di come sia semplice ed economico ottenere consigli e soluzioni gratuite da fare invidia a qualunque blasonata società di consulenza che vi costerebbero invece migliaia di euro.
Entrate in sintonia con i vostri dipendenti, sinceramente. Indagatene i talenti e quando vi accorgete che ricoprono mansioni che non li valorizzano, spostateli.
Come a volte cambiare la posizione di una paio di pedine sulla scacchiera può svoltare il risultato di una partita, adattare i vostri dipendenti ai loro reali talenti può moltiplicare per 10, 100, 1000 volte la produttività della vostra azienda.
( – ) Consigli di Amministrazione ( + ) Tempo con i dipendenti
( Nella fotografia Adriano Olivetti ritratto a discutere con i suoi operai con i quali trascorreva molto tempo ricavandone informazioni vitali per il miglioramento della sua azienda e dei loro prodotti )
Decisamente illuminato, non posso che condividere.
Condivido: oggi è costume spendere soldi in consulenze quando le risposte sono davanti a noi.
Quanto è vero Massimo Rosa, ciò che risulta tanto reale dalle tue constatazioni.
Quanti impiegati, operai, collaboratori avranno pensato o detto frasi del tipo “ma se facessimo in questo modo faremo prima, meglio, con meno sprechi…”. Ottimizzazione pratica dettata da talento, esperienza, interesse, voglia di far bene. Cosa molto più diffusa di quanto si creda.
Quando si nota “la passione” in qualunque figura professionale, si scova anche un talento…
Questo vale anche per tutti noi.
Seguiamo le nostre passioni e capiremo quale può essere il nostro talento.
E lavorare usando il proprio talento, è il massimo della soddisfazione… per noi e per chi con talento, ha visto oltre !
Condivido…a livello di gestione risorse e coltivazione di talenti ho visto piu’ danni fatti dagli HR delle aziende (magari dietro dispendiosa consulenza di societa’ di revisione e organizzazione)…ben vengano gli imprenditori con le qualita’ da lei suggerite
Ringrazio Angela per aver condiviso questo post, che mi piace definire “geniale nella sua semplicità di pensiero”. Mi riporta ad un episodio della mia infanzia quando con la mia famiglia guardando il colossal BEN HUR in TV, mi entusiasmò vedere l’Eroe vincire la corsa delle quadriglie, grazie ad un attento posizionamento dei quattro cavalli a sua disposizione davanti alla suo cocchio. Un “imprenditore ” illuminato, che è riuscito a costruire una squadra vincente grazie ad un’attenta analisi delle “capacità” dei propri destrieri e valorizzandoli nello svolgimento della loro mansione (Ops! .. Gara).
Parole che.suonano utopia nella realtà del 90% Delle nostre aziende. Se venisse seguito il tuo consiglio le aziende italiane sarebbero le Best in the World. Di chi è la colpa ?????? Del 90% del nostro management. Mi piacerebbe poter conoscere dei manager illuminati.
Quasi sempre le cose semplici sono le migliori e anche se parrebbe scontato,purtroppo non lo è, molto spesso la soluzione è sotto gli occhi, ma le persone che dovrebbero essere preposte ad osservarle sono talmente presbiti da non vederle a pochi centimetri dal proprio naso…la tecnologia e le automazioni devono essere uno strumento d’aiuto che non potranno mai sostituirsi al cuore, all’istinto e all’esperienza di un bravo professionista che se vuole avere performance importanti deve saper ascoltare i propri collaboratori ed impiegarli per avere il massimo dei risultati possibili, tra eccellenza e mediocrità c’è una sottile linea che può fare una grande differenza.
Ma esiste realmente la persona che ragiona in questo modo ?forse molti dovrebbero leggere questo articolo .
Si renderebbero conto che il loro modo di scegliere le risorse é soggettivo ,non meritocratico e inadeguato che determina risorse impiegate in uffici non compatibili con le proprie competenze ed attitudini.
Grande veramente!
Rimpiango le aziende dei “padrun” che alle volte potevano essere profittatori e basta ma che, soprattutto nel tessuto piemontese, erano veri e propri “padri”.
Ricordo quello che Michele Ferrero ha fatto per i dipendenti della Ferrero di Alba e di quello che fecero gli abitanti di Alba quando, nel corso dell’alluvione, la fabbrica andò a mollo.
Spesso figure del genere in un’azienda, fanno molto di più di consulenti e sindacati
Concordo pienamente e vorrei solo aggiungere…lavorate fianco a fianco con i vostri HR, utilizzate la loro esperienza e fateli diventare Coach delle vostre risorse, Utilizzate anche Coach esterni perchè la ricerca del potenziale nelle persone ha bisogno di allenamento!
Concordo pienamente! Credo che l’operato del selezionatore sia fondamentale sia x l’azienda che per le risorse umane. Pensateci quando fate delle scelte, da voi dipende “la vita” e il futuro di tanti altri. Il vostro lavoro è molto prezioso.
La mia stima. Dissi le stesse cose dette da lei. Leggendo il suo post è come se ritornavo indietro nel tempo. Consulenza a go-go, poi non hanno soldi da investire in innovazione o attrezzatura!
Giustissime considerazioni Massimo Rosa, l’immagine di Adriano Olivetti in mezzo ai suoi dipendenti,poi, nel post originale e’ l’esempio migliore che potesse utilizzare. Debbo dire, tuttavia, che nel tessuto imprenditoriale del Nordest non sono infrequenti tali situazioni…Ragionare meno con i numeri, ragionare di più con le persone (potrei aggiungere al Suo Post)!
Caro Massimo Rosa, quello che dici dovrebbe essere l’abc: parlare sinceramente con il personale, chiedere per sapere, ascoltare per sentire. Invece, mi trovo qui, a farti i complimenti per aver espresso un concetto che oggi appartiene solo a qualche illuminato!
Continua a far luce!
Buona sera sono pienamente in sintonia con il dott. Ing. Massimo Rosa non ho il piacere di conoscerlo lavoro in Pirelli da 34 anni 30 da impiegato con diverse mansioni ma sempre legate alla produzione . Il manifatturiero in Italia purtroppo è cambiato i rapporti con le persone sono cambiate ma le battaglie si vincono ancora sul campo le teorie d’ufficio quasi sempre restano tali. Scusate se mi sono intromesso è la prima volta
Il suo suggerimento è applicato dalle più grosse compagnie del mondo il 14% della forza lavoro google non ha titoli di studio penso che siano dipendenti che abbiano lavorato maturando e studiando in ambiti campi e settori industriali diversi creando valore per le aziende .condivido pienamente con lei saluti
Mi sarebbe piaciuto incontrare nella mia vita un direttore del personale come te.
Purtroppo per applicare questo metodo ho dovuto costruirmi un’azienda mia.
Proprio vero caro Massimo, se avessi un azienda è proprio quello che farei. Olivetti qualcosa ci ha insegnato ma con il tempo però è stato dimenticato. Grazie
Profondo e vero il suo post che condivido anche nella punteggiatura …with compliments!
Concordo pienamente e colgo l’occasione di questo post per chiedermi/Vi se lo stesso valga anche per le società di selezione che nonostante abbiamo un database di CV, spesso in continuo aggiornamento da parte di potenziali candidati che in molti casi conoscono anche direttamente, sembra che non ne vogliano usufruire.
Bellissima osservazione! Il problema spesso sono proprio i manager che guardano più all’orario di entrata in ufficio o altre cavolate invece che “spendere” parte del loro tempo per capire le persone, aiutarle e indirizzarle verso quello in cui sono più brave e talentuose.
Bellissimo post che condivido in pieno . Credo anche io che l’imprenditore debba vivere la propria azienda dall’interno a fianco di chi lavora , guardando e ascoltando personalmente e non solo dai rapport dei manager e dai numeri . Spesso chi detiene il potere si affida a seminari motivazionali e a coach visionari per il recupero del contatto diretto con se stesso e con i propri obiettivi, quando basterebbe semplicemente scendere ogni giorno in reparto per ritrovare l’ “esperienza” .
Magari fosse cosi!!!!! Da poco sono “dipendente” e purtroppo vedo molta rigidità e troppa fiducia alle persone con ruoli consolidati nel tempo. Purtroppo alcuni si fossilizzano e non vedono l evidenza dei fatti: le cose cambiano repentinamente e non si può sempre utilizzare lo stesso metodo di lavoro!
Consiglia Consiglia il commento di gabriele ceoloni Rispondi
Il Coinvolgere, il Creare Sinergia, vera! genera stimoli, conoscenza, desiderio di fare, mettersi alla prova… se fossero stati i soli cv a creare Impresa…… ” Quando l’Uomo insegna, impara”, non so chi l’abbia scritto, ma mi piace molto!
E Già come sempre hai colpito nel segno! Peccato che le HR “comuni” non ti seguano
Nelle parole di Massimo vedrei una certa vicinanza col 6° insegnamento di Taiichi Õno…Purtroppo dopo tanti tanti anni e tanti vantaggi dimostrati a chi li ha attuati, ancora sono in molti a scegliere altri percorsi, apparentemente più semplici, rapidi e a “redditività” garantita…ma senza considerare la variabile tempo e i relativi impatti!
Dr Massimo Rosa, il post che ha pubblicato è una meraviglia, pienamente D’accordo.
Ho letto con molto interesse la conversazione perchè forse ci vorrebbero più professionisti sensibili e attenti alle persone come alcuni di coloro che hanno commentato qui. E quindi, se voi esistete, e avete queste attenzioni ed accortezze, perchè è utopia pensare che possano esserci molti altri professionisti che danno valore alla persona e non solo ai numeri o ai dati?
Mi trova d’accordissima… talvolta risulta difficile far comprendere , la scelta di una risorsa, perché per l’appunto un talento , anziché un’altra. Sono sempre stata dell’idea che la produttività di un’azienda non solo dipende dalle azioni politiche economiche ,ma, e, soprattutto dai collaboratori o dipendenti. Purtroppo la consuetudine è basarsi su sterili curriculum che il più delle volte sono gonfiati, per poi rendersi conto che la pratica è tutt’altra. Ad maiora
Già in sintonia! Significa essere onesti. Dote rara. E al primo contrasto la risposta é “cosa ci posso fare!”. Già per fare qualcosa per un tuo collaboratore devi rischiare di tuo. Ponzio Pilato é il modello imperante.
Corrette considerazioni, fortuna che la mia azienda è diversa e la pensa proprio come te 😉
Massimo Rosa purtroppo nella pubblica amministrazione continua a prevalere la logica del potere acquisto… I talenti sono esclusi!!! Sono troppo pericolosi per l’establishment 😄
Consiglia Consiglia il commento di Roberto Mollica Rispondi
Dream Manager …. evoluzione della gestione aziendale !!! Pochi lo hanno capito ma quei pochi hanno il futuro garantito
Nel gioco degli scacchi capita de essere con le spalle al muro.
Allora ti alzi e fai un giro attorno alla scacchiera, questo per avere una visione diversa da chi attacca e chi difende.
Io la chiamo terza visione.
Spesso funziona.
Parole sante! Se le orecchie giuste ascoltassero saremmo un passo avanti..
Il dialogo, la conoscenza il contatto con le “risorse” a disposizione è fondamentale per ogni azienda, a volte si hanno tutte le risposte sotto il naso …
Standing ovation!
Buonasera dottor Rosa e complimenti per quello che ha scritto che condivido in pieno !
Riflessione assolutamente condivisibile ma, purtroppo, difficilmente attuabile in quanto l’imprenditore (o il top manager di turno) troppo spesso non crede che tra i “semplici” dipendenti posa esserci qualcuno che vale!Questo comporta, a scapito dell’azienda, la perdita della possibilità di scoprire che tra i dipendenti può esserci qualcuno meritevole di posizioni di maggiore responsabilità e, a scapito dei dipendenti, la perdita della possibilità di esprimere il proprio punto di vista che, come da Lei correttamente evidenziato, potrebbe essere un valore aggiunto per tutti.
Massimo, confesso che la headline del tuo post mi aveva un pò infastidito. HO pensato: “eccone un altro che scrive tanto per…”. Devo ammettere che, invece, condivido pienamente il contenuto successivo.
I talentuosi cercano talento i burocrati solo raccomandati!
Le tue caro massimo sono belle parole ma solo utopistiche….Perla mia esperienza o quella dei miei conoscenti tutti( o siamo noi sfigati..) nessuna azienda italiana piccola o grande le mette in pratica!
Personalmente credo che un imprenditore operativo o un gestore di azienda, debbano avere tanta visione, empatia e voglia di stare con gli altri, una forte ambizione ed una capacità di gestire le priorità rispetto alla visione.
Il resto sta nelle teste e nelle mani, oltre che nei cuori del proprio team.
Il resto penso sia esercizio, che spesso sa fare meglio uno specialista di noi.
questo dovrebbe essere un manifesto
Sante parole. Eh, ne conosco che non girano e non sanno… e anche il contrario, vecchi “paron” che andavano in giro per l’officina a vedere, domandare, anche comandare. Anch’io, seppure da tutto un altro punto di vista, chiedo se posso andare giù in fabbrica. Dopo ore in una riunione, a volte basta un giretto di 10′ in fabbrica per capire che ti hanno raccontato cose che non quadrano…
“Cos’è il talento? È colui a cui le cose vengono facili, è chi ha capacità di apprendimento e mantiene la capacità di apprendimento” Velasco.
Capacità sicuramente innata ma che ha bisogno di essere seguita, compresa, “addomesticata”, coltivata, ad oggi in Italia poche Aziende hanno questa costante attenzione o forse sarebbe meglio definire “cura” per la risorsa emergente “potenziante”, molte volte si ha paura del talento, perché non si è pronti a gestirlo. Vi riporto uno splendido aneddoto che racconto a me stessa quando ho voglia di non fermarmi allo status quo.. tempo fa un mio amico dopo l’ennesimo corso seguito per migliorare il suo livello di competenza si trovò ad entrare a fare parte di un’azienda dove il suo livello di know-how lo riportava a sottostare ad un costante stato di malessere, era arrivato addirittura a nascondere i suoi corsi per porsi ad un livello paritario con chi lo aveva inserito nell’Azienda. Risultato : Il mio amico adesso lavora in Germania ed è Direttore vendita di una grossa multinazionale. Ecco cosa sbagliamo in Italia.. abbiamo paura di chi ha il coraggio di promuovere il proprio talento. Riusciamo a cogliere ed assumere ma non siamo capaci di “trattenere” e “utilizzare” il talento.
Ottima segnalazione!! Peccato che nelle aziende, specie quelle di grandi dimensioni, non venga mai effettuata questa utilissima attività.
Ottima analisi, peccato che la maggioranza dei CEO o General Manager non si interessino affatto a quello che fanno i propri dipendenti, ma analizzano solo freddi dati, riportati da contabili che non hanno nemmeno idea di cosa produca la loro azienda. A conferma, le poche aziende, in cui il “capo” si interessa quotidianamente delle attività’ sulle scrivanie e nei reparti produttivi, vanno a gonfie vele!
concordo.Nel mondo moderno però, per poter sostenere un colloquio di lavoro, è sempre più frequente il filtro di un computer che seleziona i candidati in base a parametri prestabiliti. Come possono capire quindi i Responsabili delle Risorse Umane se hanno perso un talento?
Purtroppo si va alla ricerca dello “sgravio contributivo”. Puoi anche essere un talento ma se non rientri in età apprendistato o neolaureato, sei out! Povera Italia
Saggia visione che quotidianamente riscontro nella mia attività. È’ lo step fondamentale per trasformare imprenditori e manager in reali ed efficaci leader.
Se posso permettermi, Ha fatto un’analisi pressoché perfetta. Molto andava meglio, molti risultati, sotto ogni punto di vista, quando il management comunicava di più con le persone, direttamente.
Da quando ci si è arroccati dietro una scrivania, dialogando con pochissime persone e con un pc, le cose hanno cominciato a non andare bene.
Quante cose si apprendono parlando con le persone, per poi metterle a frutto…quante. Tante davvero, tantissime, quante chi non parla non può immaginare.
Con tanta modestia, senza didattica alcuna, posso dirlo.
Gli incarichi formali corrispondo sempre ad una managerialità sostanziale? Le deleghe formali sono accompagnate dalle necessarie competenze? Quanti consigli di amministrazione sono meri organi politici di rappresentanza? Quanti consigli di amministrazione si rivolgono ai consulenti spesso brandizzati delle multinazionali tanto perchè ciò fa immagine e poi è un buon modo per togliersi il problema. Io credo che il trarre utilità da una consulenza dipenda dalla capacità di avere le idee chiare sui problemi che si vogliono risolvere, per cui anche qualora si ritenga utile affidare ad un consulente esterno un progetto di sviluppo o riorganizzazione, quel giretto tra i propri uffici o stabilimenti sarebbe buona cosa. E’ pur vero che un buon amministratore è colui che trasmette visioni che diventano collanti per tutta l’organizzazione e genera relazioni che aiutano a crescere delegando a manager capaci i compiti da lei elencati. Come al solito oltre i modelli il successo di una governance dipende dalla qualità degli uomini che la realizzano! Ad ogni modo il suo spunto in molte realtà di medie dimensioni dovrebbe essere un diktat della buona gestione.
Io credo che se i business partner all’interno delle aziende programmassero degli incontri periodici con il proprio personale, scoprirebbero molte risorse impiegate in ruoli che non gli si addicono. Errori in sede di recruitment ? Non credo si tratti di questo ma del fatto che crescere in un’azienda significa anche comprendere come sfruttare maggiormente i propri punti di forza .
Tantissimi complimenti per il pensiero! Speriamo che questo consiglio lo leggano in parecchi
Bella visione e bel pensiero, concordo. Peccato che ormai sia quasi un miraggio. Ad ogni modo purtroppo oggi si vedono valorizzare molto più spesso persone con conoscenze o amicizie particolari piuttosto che il classico “galoppino skillato” e volenteroso (passatemi il termine)