Ma chi è questo Chief Happiness Officer?
Da tempo se ne parlava e alla fine è toccato anche a me acquisire l’incarico per ricercare questa figura relativamente nuova per il mercato italiano, il manager della felicità appunto.
Il suo ruolo consiste nell’occuparsi del benessere dei dipendenti, interpretandone i bisogni e facendo in modo che ognuno sia soddisfatto del posto che occupa.
Non stiamo parlando di denaro, o almeno non solo, bisogna saper ascoltare le persone e capire le loro esigenze, curare gli ambienti dove lavorano, gli spazi verdi, le illuminazioni, pensare a momenti di relax come palestre o zone social, servizi alla persona, lavanderie e nursery.
Nel mondo dei colletti bianchi è iniziato il turn over e i nuovi millennials, che stanno sostituendo le vecchie generazioni di manager, sono più sensibili a questi argomenti e bisogna saperli accontentare per riuscire a “trattenerli” a lungo in azienda incrementandone la performance.
Ma come sono cambiate le strategie motivazionali?
Cosa ti farebbe sentire apprezzato e motivato?
Un piano formativo, un incentivo economico, un riconoscimento pubblico dei meriti…?