Sono reduce da un assessment center presso una multinazionale francese.
Ospite in qualità di consulente senior non ho potuto fare a meno di buttare l’occhio sulla check-list utilizzata dai selezionatori che realizzavano i colloqui individuali a questi poveri neolaureati ingiaccacravattati e donzelle intailleurate su improbabili tacchi a spillo.
L’intervista apriva pressappoco così: “mi parli un pò di lei”…. ??! proseguiva con roba del tipo: “perché si è candidato/a presso la nostra azienda”, “quali sono i suoi pregi e difetti?”… ??!
MA SANTIDDIO!
1) le domande sono scontate e facilmente prevedibili, quindi le risposte sono state altrettanto pre-confezionate, prevedibili e standard senza nulla rivelare sulla reale potenzialità e qualità dei candidati intervistati.
2) non esistono risposte giuste o sbagliate e si corre il rischio di prediligere candidati solamente perché rispondono ciò che volete sentirvi dire.
La prossima volta che un recruiter vi domanderà “dove si vede tra 5 anni?” rispondetegli “IN UN’AZIENDA CHE PONE DOMANDE INTELLIGENTI NELLE INTERVISTE DI SELEZIONE!!!”.
PS: fortunatamente l’intervista faceva parte di un panel più strutturato che prevedeva altri strumenti predittivi più “robusti”.
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