ITALIA REPUBBLICA DI TRONISTI E STAGISTI

Quando alcuni mesi fa Renzo Rosso di Diesel mi parlò della sua idea di organizzare un contest sui social per selezionare il suo nuovo Amministratore Delegato che avrebbe sostituito Alessandro Bogliolo (nel frattempo traslocato da Tiffany & Co.) ci pensai su.

Pur essendo un recruiter atipico ed essendomi sempre caratterizzato per posizioni “unconventional” quella decisione parve azzardata anche a me e glielo dissi chiaramente assieme al consiglio di soppesare bene i pro ed i contro che l’iniziativa avrebbe generato a livello d’immagine.

Lui decise di rischiare ed anzi venne seguito a ruota dal mio amico Gianluigi Cimmino il CEO di Yamamay e Carpisa che fece ancor più scalpore promuovendo con la sua azienda un concorso con premio un mese di stage dove i partecipanti alla “lotteria” avrebbero dovuto acquistare almeno uno dei suoi prodotti.

Io mi schierai a favore in un primo momento per poi pentirmene e domandare scusa quando capii che non si trattava solamente di un’azione di marketing “border line” ma si erano superati i limiti del decoro in quanto argomenti come il Lavoro non si possono strumentalizzare o trasformare in gadget solamente per vendere qualche borsetta o un paio di jeans in più.

Che si stia davvero entrando nell’era dove i Talent Show sullo stile di The Apprentice sostituiranno i tradizionali sistemi con i quali oggi le imprese selezionano i loro dipendenti vagliandone, esperienze, talenti e potenzialità?

Possibile che dopo aver costruito una generazione di veline e tronisti stiamo passando ad una generazione di stagisti?

Che ne pensi?

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