Sono cresciuto professionalmente in un’epoca, quella degli anni ’80 e ho operato in un settore quello delle HR, dove essere se stessi non paga.
Dal 1991 mi sento dire che per fare il mio mestiere dovrei rinunciare ad essere me stesso ed allinearmi allo status quo.
Non avrei potuto avere fori nei lobi, tatuaggi sul corpo ma peggio di tutto, non avrei potuto parlare di Lavoro e Risorse Umane nel modo in cui l’ho fatto.
Eppure ho:
– aperto il primo job shop in Italia,
– creato la prima realtà nazionale di RSPQ,
– fondato no-profit con decine di migliaia di persone,
– migliorato la carriera e la vita di oltre 10.000 persone
e oltre 20 milioni di persone l’anno leggono i miei post.
La società cambia.
Credo sia tempo di andare oltre a tutto ciò che ci ha limitati sino ad oggi, superare quanto tradizionalmente abbiamo conosciuto ed stabilire nuovi standard basati su verità e trasparenza.
Se non lo facciamo diversità, equità ed inclusione rimarranno solamente belle parole.
Fatelo anche voi, gettate la maschera, vi accorgerete che la trasparenza é rinfrescante e la verità andrà di moda.
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Sei una delle persone più vere e profonde che abbia mai imbattuto. Avanti così!
Sei un eroe!
Ci siamo conosciuti negli anni 90 e come te per un certo periodo ho bazzicato l’ambiente delle Risorse Umane. Confermo l’ipocrisia di cui parli e sono felic3e che esistano professionisti che guardano più alla sostanza che non alla forma.
Scommetterei in un’ondata di emulazioni… come ci fu all’inizio della tua storia…
Unico ed irraggiungibile.
Credo che la diversità e l’inclusione siano elementi imprescondibili per lo sviluppo d aziende moderne incentrate sulla valorizzazione delle persone.
Grazie per il tuo lavoro.