Pensando alla mia attività di Headhunter mi piace definirla: “il cerchio della gioia” poiché tutti gli attori che ne vengono coinvolti traggono giovamento e soddisfazione.
L’azienda recluta il miglior profilo professionale disponibile sulla piazza in quel momento, il candidato assunto solitamente migliora il proprio inquadramento e le proprie prospettive di carriera e l’Head Hunter svolge il proprio ruolo con soddisfazione e guadagna.
In realtà c’è un quarto attore che completa il quadro e benché a mio avviso sia parimenti importante, non sempre la prende troppo bene: il candidato scartato.
In “Sei un Candidato RockStar o uno “degli altri”?” ti avevo fatto delle cifre e se ben ricordi i Candidati RockStar si attestavano sull’ordine del 0,0002% c.ca. mentre “gli altri” erano la stragrande maggioranza.
Questa maggioranza, tutt’altro che silenziosa, oltre a rasentare in alcuni casi la follia (recentemente ho ricevuto una telefonata di un candidato dopo avere insultato me e la mia categoria definendoci associazione a delinquere perché nessuno rispondeva ai sui numerosi invii di CV, non è riuscito a ricordare a quale annuncio si riferisse o dove lo avesse reperito ??! ) è la parte neutra del processo che non aggiunge e non sottrae nulla ma lo rende possibile.
In realtà ci sono un’infinità di buone ragioni perché tu non mi debba inviare il Curriculum Vitae ed alcune le ho riassunte in “Non mandarmi il tuo Curriculum Vitae, brucialo!” , ma se proprio vogliamo andare oltre e pensare alla fase del post colloquio c’è ne sono altrettante per le quali probabilmente non ci sentiremo più.
5 motivi per i quali non mi sentirai più dopo il colloquio.
# 1 Sei un incapace
Sfatiamo il mito che un selezionatore di personale ti valuta sotto l’aspetto assoluto.
La convinzione di tutti è quella di andare in stress poiché si sentono valutati e possono essere giudicati non all’altezza o peggio incapaci.
Chi te lo fa credere è un pagliaccio!
Un Headhunter professionista valuta e giudica elementi oggettivi e caratteriali esclusivamente sulla base di ciò che sono le direttive dell’incarico che ha assunto.
Mi spiego meglio; non ti definirà mai un incapace, ma al limite non idoneo per ricoprire “quell’incarico”, al contrario non esclude che potresti essere il miglior candidato del mondo per un altro incarico.
Paradossalmente le stesse caratteristiche per le quali ti ho scartato ad una selezione potrebbero rivelarsi vincenti in quella successiva.
# 2 Sono un incapace
Nessuno nasce imparato e non esiste la scuola di Headhunter. Detto ciò le probabilità che tu ti sia imbattuto in un selezionatore-bambino o in un addetto alla selezione che sino a ieri faceva lo stagista nell’ufficio del Personale sono altissime.
Da scorporare il ruolo di Esaminatore da quello di Headhunter di cui è solamente una parte.
Nel mio “Ricerca e Selezione del Personale . Strumenti e Tecniche” ho cercato di definire le caratteristiche di un esaminatore come segue:
“ Caratteristiche dell’intervistatore:
Il selezionatore è un professionista capace di condurre un colloquio-intervista finalizzato alla selezione del personale. Egli può essere un libero professionista o un dipendente dell’ufficio gestione personale di un’azienda, di una società di selezione di personale o di un’agenzia di lavoro interinale. Innanzitutto deve avere una buona conoscenza sia dell’azienda che dei requisiti e caratteristiche delle posizioni per cui sta conducendo la selezione. Il suo compito è quello di facilitare la conversazione e il processo di conoscenza sempre nel rispetto dell’autonomia e dell’individualità degli esaminati. Deve possedere una buona cultura generale e/o accademica tale da poter seguire l’esaminato nel modo di esporre le proprie idee, opinioni e conoscenze. L’esaminatore deve essere un individuo psicologicamente sano e maturo; interessato e motivato a questo particolare tipo di lavoro, non deve mai lasciarsi prendere da una mentalità burocratica, di routine e di frettolosità nell’effettuare il proprio compito. L’esaminatore ideale ha una naturale capacità di entrare in relazione empatica con gli altri riuscendo però a mantenere una corretta distanza emotiva tra sé e l’esaminato. Deve evitare di assumere atteggiamenti moralistici nei confronti del soggetto. Deve possedere una buona conoscenza di sé e delle sue dinamiche interiori e soprattutto deve tener conto della possibile messa in atto di propri meccanismi psicologici, in parte non coscienti, che possono inquinare il processo di valutazione dei candidati. Il selezionatore attento e scrupoloso prima del colloquio raccoglierà da un lato tutte le informazioni possibili sul candidato attraverso l’analisi del curriculum, dell’eventuale rapporto sul colloquio preliminare e test; e dall’altro raccoglierà e sistematizzerà tutte le informazioni relative al lavoro che il candidato dovrà svolgere se sarà assunto.”
Riesaminerà il profilo del candidato ideale in modo da tenere vive in mente non solo le aree da indagare, ma anche i singoli aspetti personali e/o professionali da ricercare.”
# 3 Sei parte della statistica (ovvero fai massa critica)
Non sempre le ciambelle riescono con il buco e specialmente in un mercato dove il prodotti sono le persone (volubili e suscettibili di influenze) a volte può succedere che si verifichino accadimenti che non consentano il concludersi della ricerca.
In buona sostanza potrei non averti richiamato perché: l’azienda ha sospeso la ricerca o ne ha modificato le caratteristiche, il candidato da sostituire ha ritirato le dimissioni, o mille e mille altri eventi inaspettati.
# 5 Sei un apri-pista, una comparsa o un tappabuchi.
Considera che solitamente una short-list di candidati finalisti è composta da almeno 2 o 3 candidati ideali.
Già solo per questo motivo se tutto andasse per il meglio la migliore percentuale di successo per una tua assunzione sarebbe solamente del 33-50%.
In realtà alcuni subdoli colleghi potrebbero eccedere in alcune tecniche che innegabilmente sono ancora in voga ed utilizzare la tua candidatura per valorizzarne un’altra o semplicemente per poter presentare la short-list ed incassare così la seconda tranche delle loro commissioni.
Questo ovviamente non avviene con un Headhunter che lavora success fee ( per le caratteristiche contrattuali di un Headhunter rileggiti “Non mandarmi il tuo Curriculum Vitae, brucialo! “).
Se sei interessato a queste tecniche o vuoi approfondirne i termini puoi scaricarti gratis questo ebook che scrissi dieci anni fa: “Il Linguaggio segreto degli Head Hunters – La terminologia e gli appellativi segreti con i quali gli Head Hunters valutano i loro candidati” e che pare ancora attualissimo.
# 6 Ti congelo per un altro incarico
Durante il colloquio sono emersi elementi che mi spingono a preferirti per un’altra ricerca ma non ho ancora la sicurezza che questo sia possibile quindi finisci in frigorifero.
Riassumendo, il mio consiglio finale è quello che anziché lagnarti sui blog dei “candidati trascurati” o attaccarti al telefono per insultarmi potresti informarti su:
1) Esperienza dell’esaminatore che tiene il colloquio ( eviterai gli incapaci )
2) Tipo di contratto dell’Headhunter ( eviterai di diventare massa critica ).
Ed infine un ultimo consiglio killer:
Fissa una data entro la quale non sei più disponibile alla posizione offerta e comunicala chiaramente all’esaminatore.
Consiglio killer:
Fissa una data entro la quale non sei più disponibile alla posizione
offerta e comunicala chiaramente all’esaminatore.
Questo ti eviterà di rimanere appeso alle incertezze.
basta scappare dall’Italia e si risolve il problema