COME TRASFORMARE IL TUO LAVORO DA “BRUTTO E CATTIVO” A “BELLO E SEDUCENTE”

VIVERE SENZA LAVORARE | Massimo Rosa

Cambiando semplicemente il paradigma del lavoro è possibile vivere senza lavorare.

A persuadermi non è stata semplicemente la fortuna di aver potuto scegliere una passione e averla fatta diventare un lavoro, ma non aver mai attribuito caratteristiche come BRUTTO e CATTIVO al tempo passato al lavoro e BELLO e SEDUCENTE a quello riservato alla vacanza ed al riposto.

Non “separo” dal resto della giornata il tempo trascorso al lavoro come se fosse una sorta di “sospensione” della mia vita, o peggio, non lo intendo come un sacrificio in funzione della ricompensa che consiste invece per molte persone nel “non lavoro” e nel tempo trascorso “fuori” dal lavoro.

Credo che anche chi è costretto a svolgere professioni “tremende” possa sforzarsi di cogliere qualche motivo di gioia in ciò che fa. La compagnia di un collega brillante, la strada che conduce al posto di lavoro ed il paesaggio che se ne gode percorrendola, il profumo degli alberi del giardino di fronte, sono mille i micro motivi di gioia che si possono rilevare nonostante tutto.

La giornata diventa un tutt’uno, con alti e bassi, ma godibile in ogni sua forma e sfumatura e del lavoro… non c’è più traccia.

… e voi cominciate a vivere solo quando terminate di lavorare?

19 commenti a “COME TRASFORMARE IL TUO LAVORO DA “BRUTTO E CATTIVO” A “BELLO E SEDUCENTE”

  1. Ciao, penso che sia anche questa una testimonianza.
    Anch’io come tanti non lavoro a questo punto dopo mesi e mesi .. direi anni..
    cercare nel passato che cosa ho fatto .. e che cosa so fare ..
    non ha oramai nessuna importanza ..
    NON INTERESSA non si mettono nemmeno a leggere
    il C.V. “ne ho mandati e portati centinaia”..
    ma il loro interesse è solo che hanno davanti una 55enne ..
    e che pagheranno di più .. nella loro testa pulsano le parole:
    _”meglio le giovani bella presenza e si pagano meno”!!!
    In un colloquio mi sono sentita dire che cercavano una più fresca
    e l’azienda cercava per pulizie scale di condomini.
    Il problema è dei politici che non fanno nulla per il primo emendamento della costituzione
    “una repubblica basata sul lavoro!”.
    Sia per noi .. che per i giovani ..
    E’UNA VIOLENZA e come tutte le violenze
    la persona che si trova nel mezzo pensa di esserne colpevole!
    Infatti .. adesso penso che il problema sia IO.
    IO che sono sbagliata, io che non so lavorare, io che non so fare colloqui, io che non so fare un C.V., io che non merito un lavoro! Ecc ..
    Avevo 6 anni sono salita sulla seggetta del wc per affaciarmi alla finestra piccola come il mio viso dei miei 6 anni ..
    e ricordo una gran voglia di morire. Ho proprio chiesto a Dio di morire!!! ..
    E credo che non mi sia mai passata .. il disamore per la vita .. mi ha accompagnata sempre!
    Non importa più del perchè e di quello che mi hanno fatto da piccola.
    Perchè l’unica cosa importante adesso è questa grande voglia di morire!!! Che non mi passa!!!
    Certo che non lavorare, non mi aiuta. La voglia di morire mi taglia in due tutti i giorni. E’ l’ultimo pensiero della sera e il primo della mattina.
    Quando mi alzo penso perchè ancora sono al mondo.
    Ci siamo lasciati con il mio ex marito
    “sempre per il lavoro che io non trovavo e non trovo .. almeno a lungo termine, tutti contratti corti, stagionali”.
    Non voglio nemmeno ricorare le difficoltà per la separazione dal 2011 ancora non ho ottenuto il divorzio ma l’avvocato un sacco i soldi mi ha preso.
    Nessun aiuto! Sopratutto per il lavoro.
    E lui per farmi sentire meglio mi ha portato via nostro figlio, lo ha comprato con promesse, soldi, regali, e accontentato in tutto.
    Ovvio il mio ex marito ha un lavoro e guadagna di più!
    E nostro figlio ha scelto lui e la vita più facile!.
    Oggi ho un compagno che si è stabilito da me “ma non nè sono felice!”, ho preso una casa da ristrutturare ..
    l’impianto elettrico è del 1960 e non ho riscaldamento, manca anche la cucina.
    L’attuale compagno lavora come operaio.
    La spesa per i prodotti alimentari quelli si è lui che ci pensa.
    Ma tutto il resto no! Non passa nulla ne per le bollette, ne per sistemare la casa, ne per farmi/farci stare meglio.
    Lo stipendio lo spende tutto nel vino e bar e nel gioco.
    Ha problemi di alcolismo che non ammette e ne lo ammetterà mai!
    Sul lavoro non beve! Dopo il lavoro passa da un bar a un’altro e poi è arrivato al vizio del gioco, macchinette .. internet .. ecc ..
    Comunque è una ruota che gira su se stessa e ti fa vedere cose già viste!!!
    Non mi ha mai amata e considerata, ne l’ex marito ne l’attuale compagno, neanche la mia famiglia, ne mio fratello, ne cognata, ne mia sorella .. ecc ..
    Si nasce .. e poi ..
    c’è chi con una buona stella .. chi con una stella così così .. e chi come me, con il niente!!! ..
    E forse il niente mi merito.
    IO non credo al destino!
    Ma credo che dalla nascita impariamo con quel che ci circonda, e lo ripetiamo per sempre, per cui se abbiamo vissuto maltrattamenti ..
    E’ quello che ripetiamo! Ci facciamo per sempre maltrattare!
    Sono sempre stata sola in tutti questi anni ..
    E quel compagno mi fa sentire ancora più sola!!!
    Va a lavoro e finito il lavoro passa dai bar, fa un poco di spesa sopratutto compra vino, neanche pranza “lui dice che non gli piace pranzare”
    ma è per poter riempire di più lo stomaco di vino! Ecco poi si chiude in una stanzetta con il PC e il vino, e ci sta tutto il tempo fino a cena,
    si alza per cenare, cena sempre nella sua stanzetta, subito dopo dorme russando e parlano nel sonno “dopo tutto quel vino!”
    Infatti sono contenta di dormire in un’altra stanza!!!
    Ha voluto prendere contro la mia volontà un cucciolo di cane, conoscevo che hanno bisogno di tempo gli animali, ne ho già avuti,
    e cercare lavoro “è un lavoro” e poi se lo trovo non conoso gli orari, io sono fiorentina lui Veneto e viviamo nell’estremo nord del Veneto,
    IL tempo per un cane non ne avrei avuto, sono stata chiara, limpida!
    Il cane a chi è toccato??? Sapevo che toccava a me!!! Ma non così!! Praticamente tutto io!!!..
    Cibo da preparare perchè vomita le crocchette, passeggiate per l’odore, per la pipì, la popo che tolgo io!!!
    Dorme con me perchè l’ho ha preso troppo piccolo aveva solo 1 mese, adesso ha 2 anni e continua a dormire con me,
    ed io non ne posso più, mi ha persino tolto il sonno, dormire con un cane e se faccio in modo di allontanarlo, questo piange!
    a costui non gli importa nulla del cane.
    Che uomo stupido! Sempra un bambino!
    Mi sempra di parlare con mio figlio, quando stava con me,
    il mio ex marito per viziarlo di più .. dopo una bocciatura all’alberghiera gli ha comprato un pastore tedesco ..
    che nostro figlio doveva curare, e che io puntualmente dovevo arrabbiarmi per farlo alzare per portarlo fuori, per dargli da mangiare, ecc ..
    Comunque anche il pastore tedesco toccava a me!!!
    Poi è andato ha vivere con suo padre e il cane lo ha portato con se.
    IL mio compagno lo chiamo così .. ma non lo è più .. io non lo sopporto più!!!
    Ha comprato per gelosia verso mio figlio, il cane, che adesso devo curare io!.
    Almeno il pastore tedesco era educato, questo manco per idea abbaia continuamente e morde me e anche le persone.
    Sono sempre stata sola neanche un’amica .. e senza un lavoro,
    Mi fa star male quando vedo le coppie per strada o in altre situazioni mi parlano delle loro famiglie attuali e di origine, dei loro lavori,
    perchè penso che questa possibiltà io non l’ho mai avuta.
    Non è più gelosia sta diventando invidia!!!
    una serie di disturbi tipici tra cui mangiare anche pane secco, come fosse la mia dipendenza il cibo, e l’aumento di peso compromette l’aumento di diabete smisurato. Non mi importa se morirò .. mio figlio ha già suo padre!!! Non sarà solo e poi avrà una sua famiglia ..
    Mi sento così male io che se stanno male tutti gli altri mi è totalmente indifferente.
    E’ triste vivere così.
    MI dispiaccio solo perchè non mi va di passare da codarda, perdente lo sono a prescindere, ma vigliacca no.
    LA VITA DA SCHIFO, dura triste squallida e mediocre!!! IO di positivo vedo poco anzi il niente!!!

  2. Da quando mi sono dimessa e ho aperto una partita IVA, nonostante le difficoltà burocratiche, sono super felice del lavoro che faccio. Seguo aziende, professionisti, lavoro con aziende spagnole, italiane, olandesi..
    Wow. E per riuscirci non ho fatto altro che dire addio ad un contratto a tempo indeterminato, perché non ero per niente soddisfatta della mia vita. Ora si. E, per intenderci, ora lavoro molto di più di prima. Viva la vita.

  3. Il pensiero giusto di sforzarsi di vedere sempre qualcosa di positivo anche quando non c’e’ nulla di tale… un’arte che bisognerebbe avere sempre, ma pochi la hanno. Purtroppo un lavoro logorante e non appagante rende molto difficili le cose!!

  4. Purtrappo o per fortuna io.faccio parte della categoria di quelli che vivono per lavorare. Penso che si nasca con questa predisposizione, indipendentemente che si tratti di un lavoro fisico o mentale, più o meno retribuito il lavoro ci dà la possibilità di esprimerci ed è il nostro umile contributo al mondo.

  5. Personalmente non amo tanto questo tipo di titoli sui post a stampo giornalistico tipo novella 2000. Per carità, sposo la causa e sono della stessa idea, però mi permetta di dire che sarebbe il caso di indicare la strada in maniera meno illusoria, specialmente per chi si sta preparando al mondo del lavoro.
    Non credo che i suoi albori siano stati costellati di uccellini che cinguettano e profumi di sottobosco ;).
    Non me ne voglia, è solo un mio modo di vedere il lavoro che parte da una serie di difficoltà oggettive che scalfiscono spesso anche le passioni più tenaci.

  6. Facendo appello ad un po’ di apertura mentale ho colto l’aspetto ‘generalista’ del pensiero e concordo con te: ci sono piccoli e grandi aspetti di ciò che faccio che amo profondamente, in silenzio e gelosamente proteggo.
    Poi si fanno anche i conti con momenti meno sereni

  7. Mi sento fortunata! Faccio parte di quelli che lavorando si divertono, si relazionano efficacemente e con soddisfazione, con un ritorno economico maggiore rispetto al tempo dedicato al lavoro. Grazie Massimo per questo post che mi ha reso ancora più consapevole della eccellente scelta che ho fatto 9 anni fa

  8. Cercare il bicchiere mezzo pieno? Questa riflessione vale per tutto ciò che si affronta nella vita. Cercare il bello nelle cose, perché a prescindere dalla nostra volotà vanno affrontate, quindi perchè dannarsi a rimarcare i lati negativi e non cominciare a vedere se c’è qiualcosa di positivo, di bello in quel che facciamo? Come dice Massimo Rosa, anche nel lavoro c’è un aspetto, che se guardato con gli occhi giusti può apparire “bello” e stimolante… e se proprio, nonostante gli sforzi, proprio non c’è, bisogna fare qualcosa per cambiare, per scuotere la monotonia e la depressione che angoscia la mente. Io farò così, sto progettando uno stravolgiento che va contro ogni logica sensata, poi, mi preoccuperò dopo di valutare i pro e i contro, per lo meno non rimango nel mio angolo a piangermi adosso e vedere tutto in negativo… Azione = Reazione. Se non faccio nulla per cambiare, nulla cambierà. Incominciamo a non “vivere quando si smette di lavorare”, se proprio nemmeno così le cose cambiano. Stravolgete la vostra vita…

  9. Se ti piace realmente ciò che fai , non c’è mai distinzione , anzi, personalmente, è la vacanza che disturba il lavoro

  10. Anche io sono profondamente innamorata della professione che svolgo e il potermi svegliare (seppure al fastidioso suono di una sveglia!) contenta di quello che farò nelle prossime 8 ore è incommensurabile!
    Quattro anni fa sono finita nel calderone dei licenziamenti collettivi a causa della crisi aziendale e ricordo che alcuni miei amici mi consolavano dicendomi di considerare questo stop forzato come una specie di vacanza; l’anno e mezzo di inattività è stato per me uno dei periodi più bui e angoscianti, mi era stato tolto un aspetto fondamentale della mia vita, mi sentivo viva solo a metà…
    Ora che finalmente sono rientrata nel ciclo produttivo, appagata dal lavoro che faccio, felice di potermi relazionare con colleghi e candidati ogni giorno, credo che il detto di Confucio “scegli un lavoro che ami, e non dovrai lavorare neppure un giorno in vita tua” descriva perfettamente la mia realtà professionale e che auguro a ciascuno di avere l’opportunità di provare in prima persona!

  11. Solamente belle parole: facili a dirsi quando si ha un impiego gratificante e ben remunerato.
    Diverso il discorso quando tutti i giorni fai un lavoro sottopagato e che non ti soddisfa, allora posso assicurarti che al « profumo degli alberi del giardino di fronte » non ci penserai proprio.
    Penso che la priorita’ di chi e’ costretto a svolgere professioni « tremende » sia piu’ incentrata nel cercare di focalizzarsi sul « resto » della giornata che rimane piuttosto che fare della giornata lavorativa un tutt’uno con la vita privata.
    Anzi credo che il pensiero rincuorante per continuare ad avere un attidudine positiva, per tutte quelle persone che non hanno la tua stessa fortuna, sia proprio quello di concentrarsi sul fatto che la vita lavorativa sia solamente ed unicamente una parte della giornata.

    1. Se fai un lavoro poco gratificante e sottopagato tieni duro e cerca di capire cosa ti piace fare. Una volta che lo avrai capito cerca di diventare il numero 1 in quel settore specifico e fa’ della tua passione il tuo lavoro. Se invece il lavoro che fai ti piace, ma il problema e’ l’azienda in cui sei… ancora piu’ semplice…cambia azienda!

  12. Certo che si può “vivere senza lavorare”, come dice Massimo Rosa. Ma si può anche “guadagnare senza lavorare”. Incredibile, ma vero. A me sono riuscite entrambe le cose.

  13. Ho sperimentato quella sensazione ed è stato estremamente appagante. Il confine tra vita personale e lavoro diviene volontariamente indefinito e senza quel senso di rinuncia e sacrificio che purtroppo è molto spesso comune. Sentirsi la guida di se stessi (autonomy), sentirsi competenti e performanti in quello che si fa (mastery) e perseguire degli obiettivi condivisi e avvincenti (purpose) sono i pilastri su cui erigere quello stato mentale. Effettivamente diventa più complicato quando nella propria sfera privata entrano in gioco altre persone e tante variabili, ma rimane comunque questa la “strada maestra”.

  14. No!io mi diverto al lavoro e poi quando ho la possibilità di dare conoscenza ad un altra persona mi sento bene

  15. Comincio a vivere quando sono in presenza di persone positive, che trasmettono passione per ciò che fanno, che hanno una parola di supporto e che sanno guardare al mondo che ci circonda con occhi estasiati. Evviva.

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